giovedì 8 gennaio 2015

Robinson

Un mare pieno
di messaggi in bottiglia,
le onde pigre, affastellate
su una spiaggia che è d'oro polito,
dove muore poca brace
del mio gran fuoco sacro.
Non dico nulla.

Non ho più nave
né inchiostro, carta, vetro
per raggiungerti o chiamarti,
ipotetica naufraga affine.
La risata dei gabbiani
mentre il fuoco si spegne
e già mi volto,

abbandonando,
coi piedi ormai impazienti
di lasciare la battigia.
La foresta che ho avuto alle spalle
inghiottirà le mie orme,
ma non sono da solo;
da solo, sono.

2 commenti:

  1. Bravo, Marco. Mi sono accorto solo dopo due riletture che la metrica è fissa e le strofe sono speculari (5-7-8-10-8-7-5, giusto?). Come mai questa scelta? È usata bene, comunque: proprio il fatto che non si noti per me è un punto a favore. È un testo suggestivo e la chiusa è bellissima. Clap clap.

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    1. Sì, Guido, la struttura è quella. Volevo che ci fosse una metrica fissa e ho pensato a qualcosa che richiamasse le onde. Ti ringrazio tanto per i complimenti.

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