lunedì 26 novembre 2012

lunedì 19 novembre 2012

La libraia

Quante pagine hanno le tue mani,
che scorrono sulle righe stampate?
Quando sono stati pubblicati i tuoi piedi,
stanchi per averti protesa verso gli scaffali alti?
Non si può stabilire di quanti volumi
siano composti i tuoi occhi,
e quante vicende lette e vissute celino dietro
quel tuo sguardo illustrato,
appena velato dalla calura
che infrange il silenzio bibliotecario.
Tu, fresca brezza di pagine scorse velocemente
nella calca illetterata di onde di carne.
Tutto è arduo
e io non sono che un tarlo solitario
dal sangue troppo vile,
analfabeta dei sentimenti.
Rimani, per ora, come un segnalibro
celato fra le materne pagine,
fino a quando un lettore
accortamente ti discernerà.
Allora apparirai un'edizione unica,
come già sei e nessuno ancora sembra sapere.
Forse le ragnatele si lacereranno,
gli spettri dal vergognoso fetore abbandoneranno
questa biblioteca infestata,
gli scaffali cadranno scoprendo alla luce
chi ha notato per primo il capolettera miniato
della tua discreta rarità.
Ma non è ora il momento,
e forse non sarà mai,
in cui questa storia sarà scritta,
perché troppo scadente è la carta
e l'inchiostro troppo tenue,
e troppo facile il gesto
di voltare semplicemente la pagina
per paura di leggere qualcosa che scuota
l'ignoranza del cuore.


Nota: Fuori due!

lunedì 12 novembre 2012

lunedì 5 novembre 2012

lunedì 29 ottobre 2012

lunedì 22 ottobre 2012

martedì 16 ottobre 2012

La sfuggente

Credevo che tu fossi il mio sorriso,
la mia uscita dall'angolo sfuocato
della foto, ma la sorte ha deriso
questa volta ancora il mio postulato.

Tu per tutti indossi lo stesso viso,
è troppo liscio per esser scalato
quel fascinoso muro, così intriso
di cordialità, che tieni innalzato

davanti al mondo, per consuetudine
ad apparire come si conviene,
splendida simpatica, abitudine

che manda al fuoco le stolte falene
come me; e quella solitudine
affollata ancor il mio cuore tiene.



Nota
Sono sempre stato dell'idea che qualunque robaccia in versi o in prosa debba camminare con le sue gambe senza bisogno di introduzioni o commenti da parte dell'autore; negli ultimi tempi devo essermi un po' rammollito perché ho scritto alcuni panegirici ignobili. 
Questa volta, è necessario che scriva qualcosa, ma mi manterrò il più possibile conciso: questo sonetto è una delle quattro poesie di cui parlavo tempo fa; è vecchio, non mi piace più tanto, lo rendo pubblico perché a notte fonda divento emotivamente instabile ed è facile premere un tasto. Fuori uno!

venerdì 3 agosto 2012

domenica 29 luglio 2012

Chi non muore, si rilegge


È passato quasi un anno dall'ultimo aggiornamento di questo blog. Se avessi una spina dorsale, probabilmente dovrei vergognarmene, ma per fortuna sono un ignavo di successo e me ne frego.
In questo lasso di tempo ho continuato a scribacchiare senza meta e direzione, ma non ho nulla di abbastanza finito da meritare di essere reso pubblico. Negli ultimi mesi, poi, ho ripreso con una certa assiduità a fare il game master, così gran parte della mia scarsa creatività è dirottata verso una campagna di D&D 3.5 (la campagna storica con gli amici, e i personaggi, di sempre, o almeno i superstiti), una di D&D 4a play by forum e, recentemente, un secondo play by forum di Cani nella Vigna, che a dire il vero non mi aggiunge più di tanto carico perché il gioco grazie agli dei non prevede il classico master padre-padrone che crea tutto quanto, ma si avvale del contributo creativo di tutti i giocatori.

Tutto questo cosa c'entra? Nulla, infatti ho appena infranto una regola che mi ero imposto quando ho iniziato il blog, ovverosia di non scriverci cose che riguardano i giochi di ruolo (e anche altri argomenti che per fortuna sono riuscito a lasciare fuori, finora).

Prima che questo post andasse a peripatetiche, avevo intenzione di usarlo per pubblicare un mio piccolo componimento che ho ritrovato oggi in un fogliaccio unto. Si tratta di un limerick che, se non mi ricordo male, avevo scritto di getto per far ridere le mie sorelline e nello stesso tempo spiegare loro come si struttura questa forma poetica molto scema, ma appunto per questo molto bella a mio parere. Mi piacciono le cose sceme, sono fatto così. Spesso mi piace anche rendere più scemo ciò che non lo è abbastanza.

Il foglio porta la data del 10 aprile 2010, ma credo di essermi completamente dimenticato di averlo scritto poco dopo:

C'era un vecchio che viveva a Piombino
e non sapeva adoperare il vasino.
Un giorno ci provò,
le scarpe si bagnò.
Quel vecchio sbrodolone di Piombino!


Tutto qui. A volte vorrei che la poesia fosse veramente solo questo, il mondo è troppo complicato e serio per non sbertucciarlo.