lunedì 29 ottobre 2012

lunedì 22 ottobre 2012

martedì 16 ottobre 2012

La sfuggente

Credevo che tu fossi il mio sorriso,
la mia uscita dall'angolo sfuocato
della foto, ma la sorte ha deriso
questa volta ancora il mio postulato.

Tu per tutti indossi lo stesso viso,
è troppo liscio per esser scalato
quel fascinoso muro, così intriso
di cordialità, che tieni innalzato

davanti al mondo, per consuetudine
ad apparire come si conviene,
splendida simpatica, abitudine

che manda al fuoco le stolte falene
come me; e quella solitudine
affollata ancor il mio cuore tiene.



Nota
Sono sempre stato dell'idea che qualunque robaccia in versi o in prosa debba camminare con le sue gambe senza bisogno di introduzioni o commenti da parte dell'autore; negli ultimi tempi devo essermi un po' rammollito perché ho scritto alcuni panegirici ignobili. 
Questa volta, è necessario che scriva qualcosa, ma mi manterrò il più possibile conciso: questo sonetto è una delle quattro poesie di cui parlavo tempo fa; è vecchio, non mi piace più tanto, lo rendo pubblico perché a notte fonda divento emotivamente instabile ed è facile premere un tasto. Fuori uno!