Ti
preferisco brutta,
perché
la bellezza vuol dire troppe porte
aperte
senza sforzo
e
non affila la selce dello sguardo
che
conosce il valore della fame
come
del suo sollievo.
Ti
preferisco seria
perché
il cuor contento
è
già pieno di se stesso,
e
“il ciel l'aiuta”,
la
stratosfera leggera e brillante
dell'irresponsabilità.
Ti
preferisco grassa,
perché
i sensi sono cinque
e
chi non lo capisce
è
degno della penuria
a
cui si costringe
per
sottostare agli sguardi tiranni.
Ti
preferisco precisa,
perché
il tempo è la sola ricchezza
che
esista veramente
in
questo cosmo;
mi
piace donarlo
a
chi non ne è predone.
Ti
preferisco ingenua,
perché
l'astuzia
è
rancida al gusto
e
i vincenti non hanno bisogno
di
ricevere abbracci,
ma
specchi delle brame.
Ti
preferisco fedele,
perché
ciò che è dispari
cammina
zoppo e prima o poi cade.
Ti
preferisco soprattutto innamorata,
perché
non è eterno
quello
che non fluisce
in
un moto circolare.