È passato quasi un anno dall'ultimo
aggiornamento di questo blog. Se avessi una spina dorsale,
probabilmente dovrei vergognarmene, ma per fortuna sono un ignavo di
successo e me ne frego.
In questo lasso di tempo ho continuato
a scribacchiare senza meta e direzione, ma non ho nulla di abbastanza
finito da meritare di essere reso pubblico. Negli ultimi mesi, poi,
ho ripreso con una certa assiduità a fare il game master, così gran
parte della mia scarsa creatività è dirottata verso una campagna di
D&D 3.5 (la campagna storica con gli amici, e i personaggi, di
sempre, o almeno i superstiti), una di D&D 4a play by forum e,
recentemente, un secondo play by forum di Cani nella Vigna, che a
dire il vero non mi aggiunge più di tanto carico perché il gioco
grazie agli dei non prevede il classico master padre-padrone che crea
tutto quanto, ma si avvale del contributo creativo di tutti i
giocatori.
Tutto questo cosa c'entra? Nulla,
infatti ho appena infranto una regola che mi ero imposto quando ho
iniziato il blog, ovverosia di non scriverci cose che riguardano i
giochi di ruolo (e anche altri argomenti che per fortuna sono
riuscito a lasciare fuori, finora).
Prima che questo post andasse a
peripatetiche, avevo intenzione di usarlo per pubblicare un mio
piccolo componimento che ho ritrovato oggi in un fogliaccio unto. Si
tratta di un limerick che, se non mi ricordo male, avevo scritto di
getto per far ridere le mie sorelline e nello stesso tempo spiegare
loro come si struttura questa forma poetica molto scema, ma appunto
per questo molto bella a mio parere. Mi piacciono le cose sceme, sono
fatto così. Spesso mi piace anche rendere più scemo ciò che non lo
è abbastanza.
Il foglio porta la data del 10 aprile
2010, ma credo di essermi completamente dimenticato di averlo scritto
poco dopo:
C'era un vecchio che viveva a Piombino
e non sapeva adoperare il vasino.
Un giorno ci provò,
le scarpe si bagnò.
Quel vecchio sbrodolone di Piombino!
Tutto qui. A volte vorrei che la poesia
fosse veramente solo questo, il mondo è troppo complicato e serio
per non sbertucciarlo.