giovedì 8 gennaio 2015

Robinson

Un mare pieno
di messaggi in bottiglia,
le onde pigre, affastellate
su una spiaggia che è d'oro polito,
dove muore poca brace
del mio gran fuoco sacro.
Non dico nulla.

Non ho più nave
né inchiostro, carta, vetro
per raggiungerti o chiamarti,
ipotetica naufraga affine.
La risata dei gabbiani
mentre il fuoco si spegne
e già mi volto,

abbandonando,
coi piedi ormai impazienti
di lasciare la battigia.
La foresta che ho avuto alle spalle
inghiottirà le mie orme,
ma non sono da solo;
da solo, sono.

venerdì 2 gennaio 2015

Morto un anno se ne fa un altro

Quasi tutti gli scrittori, o coloro che dispensano consigli di scrittura creativa a vario titolo, concordano sul fatto che si debba mantenere un certo ritmo costante di scrittura, sforzandosi di buttare giù almeno qualche riga ogni giorno anche se la voglia e l'ispirazione latitano. Anche coloro che dispensano consigli su come tenere un blog, un account di Twitter o una pagina web insistono sulla frequenza dei post e degli aggiornamenti, necessaria per mantenere una certa visibilità e non scivolare al di sotto della soglia di attenzione dei lettori internettiani, che non sembrano godere della fama di grande fedeltà e attenzione.
Durante l'anno appena trascorso, perciò, mi sono sforzato di tenere un ritmo di pubblicazione sul Ribaldone di Pensieri pari a un post alla settimana, quasi sempre di lunedì. Gli Ahi Ahi Cucù, la scemenza che mi sono inventato nel 2014, godono anche di un account di Twitter apposito, dove sono stati condivisi contemporaneamente alla pubblicazione qui.
Questo mi ha permesso di chiudere l'anno con numero di post pari a un soddisfacente 52, marcando visita solo due settimane. La vena versificatrice - non oso definirla poetica - sembra al momento esaurita, quindi non so ancora con che spirito inizierò il 2015 ribaldonesco. Mi piacerebbe uscirmene con qualche nuova trovata, confidando nel fatto che questo blog è talmente poco frequentato che posso permettermi di fare qualsiasi cosa, anche la più squallida, sgraziata e ingenua, ma devo combattere quotidianamente con la mia pigrizia e con la consapevolezza che il talento non abita qui, quindi non vale la pena di sprecarsi più di tanto. Quello che posso dire con un ragionevole grado di certezza è che non parteciperò ad altri concorsi dopo le esperienze dei due anni passati. Scrivere per me è a volte un piacere personale, a volte un bisogno imbarazzante che non riesco a trattenere, ma mi sono reso conto che rimane sempre una cosa mia, non diretta ad altri. Se mi continuate a leggere, però, mi fate piacere (anche se al posto vostro avrei dei dubbi sul mio buon gusto). Buon anno!